Circolo ACLI e Parco Agricolo Calabria chiedono all’Amministrazione comunale assunzione di responsabilità.

Circolo Acli don Saverio Gatti e Parco Agricolo sono Associazioni di promozione sociale e delle imprese, vivono e abitano il territorio e non possono, davanti alle oggettive situazioni di immobilismo e inefficienza, girarsi dall’altra parte. I Distretti del Cibo sono strumenti strategici di sviluppo locale, riconosciuti a livello nazionale e regionale. Ma su questo territorio fortemente vocato all’agricoltura e alle imprese enogastronomiche, il Distretto del Cibo Agroalimentare di Qualità del Lametino, nonostante l’approvazione da parte della Regione di una “mappatura delle aree disponibili e il formale riconoscimento dei Distretti del Cibo della Calabria, la nascita di una rete regionale dei Distretti”, non prende piede. La politica lametina ed in particolare l’Amministrazione comunale, lo lasciano nel dimenticatoio come se fosse una cosa da niente. Tutto questo avviene anche senza il doveroso controllo istituzionale da parte dell’opposizione che dovrebbe intervenire sulle questioni che riguardano la nascita di nuove opportunità economiche ed occupazionali”. Questa è la durissima presa di posizione di Antonello Di Cello e Piero Renda, rispettivamente Presidente del Circolo Acli don Saverio Gatti e del Parco Agricolo Calabria-Rete di imprese. E aggiungono: “secondo la scelta fatta dalla Regione le politiche per i Distretti del Cibo si pongono obiettivi rilevanti: promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale, attraverso le attività agricole e agroalimentari; contribuire al mantenimento ed alla crescita dell’occupazione, sostenendo la proiezione sui mercati nazionali ed internazionali dei sistemi locali di riferimento e delle imprese, favorendone la concentrazione dell’offerta in logica di filiera e di multi filiera”. Dunque una strategia ambiziosa e importante che punta su quattro grandi obiettivi: l’impresa, il cibo, il lavoro, la tutela dell’ambiente. Alla chiamata del Comune, ente capofila, per la nascita e costituzione del Distretto del Cibo di Qualità del lametino vi è stata una risposta robusta, infatti hanno aderito: associazioni professionali agricole, imprese agricole singole ed associate, imprese di trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli ed agroalimentari, enti pubblici, imprese del settore turistico e del turismo rurale ed enogastronomico, imprese attive nell’ambito dell’agricoltura-sociale. Potrebbe partire finalmente un sistema produttivo locale diffuso ed integrato e fare la differenza all’interno in un processo di sviluppo e di filiera. Il DdC di Qualità va anche visto quale strumento di tutela ambientale poiché Lamezia e il Comprensorio stanno dentro un grande polmone verde olivicolo, il più grande Parco della carolea in Calabria, da salvaguardare. Il Circolo Acli e Parco Agricolo attraverso il DdC pensano pure al rilancio della storica Fiera Agricola di Sambiase, quale vetrina di esposizione e commercializzazione delle produzioni agricole. Davanti a questi condivisibili progetti e risorse territoriali non si può assistere al quotidiano degrado, serve una mobilitazione civica cittadina e comprensoriale per dire che le cose non vanno bene, né ci si può rassegnare alla politica delle attese. Il territorio e le numerose realtà produttive chiedono risposte adeguate e una politica che crei futuro, che si prenda cura della Comunità, del proprio patrimonio culturale e ambientale, a partire dalle risorse enogastronomiche e dell’enoturismo. Fondamentale è passare dalla fase della promozione, pur importante, a quella che vada più in direzione della creazione di nuove imprese, nuove opportunità nella commercializzazione. Pensare dunque ad un accordo tra Comune e Distretto del Cibo di Qualità basato su un Patto di sviluppo nell’agroalimentare.  E concludono con una constatazione sconfortante: “per oltre tre decenni abbiamo creduto che la città di Lamezia e la Piana più in generale dovessero rappresentare l’asse intorno a cui far girare il rilancio dello sviluppo calabrese. Ad oggi molti fallimenti, politiche inadeguate e nessuna proposta per le piccole e medie imprese, con la Fieragricola dequalificata, con luoghi di elevatissimo valore culturale ma per nulla attrattivi, perché fuori dai circuiti culturali nazionali che contano”.

 

Antonello Di Cello – Pres. Circolo don Saverio Gatti

Piero Renda – Pres. Parco Agricolo Calabria

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