di Patrizia Caiffa


Tra i giovani di Casacomune del Gruppo Abele ispirati all’enciclica «Laudato si’»

Hanno scelto di dedicare una parte delle loro vacanze estive per saperne di più sulla cura della casa comune, la terra. Per informarsi sull’enciclica Laudato si’, i cambiamenti climatici, i migranti ambientali, il cibo, il riciclo dei rifiuti, le più innovative pratiche ecologiche. Melissa, 18 anni, studentessa al 4° anno di liceo linguistico in una scuola cattolica di Torino, e Benedetta, 24 anni, di Carpi, una laurea in servizio sociale in tasca e il progetto di iscriversi alla magistrale in “sviluppo locale e globale”, hanno in comune una spinta forte e una passione per l’ecologia, la voglia di lottare per salvare il creato, «perché non c’è più tempo».

Melissa Di Tria e Benedetta Tanuelli si sono conosciute nei giorni scorsi alla Certosa di Avigliana, in provincia di Torino, un suggestivo convento del Cinquecento a mezza costa sulla montagna che porta alla Sacra di San Michele in Val di Susa: qui da anni il Gruppo Abele organizza eventi formativi. Erano le più giovani tra i 40 partecipanti alla Settimana Casacomune, una vacanza studio, svoltasi dal 29 luglio al 2 agosto scorsi, dedicata al tema «Abitiamo la terra. È la nostra casa comune».

Si tratta di uno dei corsi promossi dall’associazione Casacomune del Gruppo Abele, ispirati all’enciclica di Papa Francesco Laudato si’. Una scuola di formazione scientifica, di dialogo culturale e incontro sociale, con il patrocinio del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Durante la vacanza-studio, alla quale hanno aderito anche molti sacerdoti e religiose, ci sono state visite guidate e momenti per il benessere psico-fisico immersi nella natura. Come lo yoga, le passeggiate nei boschi o la gita a Ostana, un piccolissimo comune del cuneese che si stava spopolando, ma è rinato grazie a una giovane sindaco e al marito, che lo hanno trasformato in modello di sostenibilità ecologica. Prima ci vivevano cinque persone, ora una cinquantina, tra cui alcuni rifugiati pakistani perfettamente integrati nella comunità. Un comune plastic free dove si usano le borracce al posto delle bottiglie in plastica, si fa la raccolta differenziata dei rifiuti e si organizzano cene con cibo pakistano.

La diciottenne Melissa è rimasta molto colpita da questa esperienza e dal corso nel suo complesso. Ha scoperto Casacomune per caso, leggendo una newsletter. Ha deciso di andarci da sola. «A scuola — confida Melissa — non ci sono molti ragazzi interessati a questi temi. Ho solo un compagno di classe che partecipa ogni venerdì al presidio torinese degli studenti di “Fridays for future”, l’iniziativa ideata da Greta Thunberg. Sto valutando l’idea di andare anch’io». Melissa frequenta il liceo linguistico, «ma in classe non si parla molto di ecologia. Abbiamo chiesto alla professoressa di scienze di farci una lezione sui cambiamenti climatici. Mezza classe si faceva gli affari suoi». Melissa ha scelto perciò di informarsi da sola e di «ascoltare persone che ne sanno più di me». Ha saputo dell’enciclica di Papa Francesco durante il corso, «perché a scuola non se ne parla. Anzi, potrebbero cogliere l’occasione per farlo. L’ho trovata molto interessante e ho deciso che la leggerò». Dal punto di vista pratico ha intenzione di iniziare a ridurre gli sprechi e proporre agli amici di partecipare ai prossimi corsi di Casacomune: «Mi ha aperto veramente la mente. Avevo bisogno di questi stimoli».

Benedetta invece conosceva già i contenuti della Laudato si’. Ne aveva sentito parlare nel gruppo di Azione cattolica e nella parrocchia San Giuseppe artigiano, dove ha fatto l’educatrice e l’animatrice. Ora fa parte del presidio di Libera Carpi, per cui le è venuto naturale avvicinarsi al Gruppo Abele. Al corso è, infatti, intervenuto il fondatore don Luigi Ciotti, che ha invitato a «saldare il sapere con il fare, trasformando la Laudato si’ in un “Laudato qui”». La ventiquattrenne è rimasta sorpresa per come l’enciclica «sia apprezzata dal mondo scientifico, e non è una cosa da poco. Bisogna approfittare dell’onda verde di “Friday for future” e dell’enciclica — afferma convinta — per tornare sul tema pure nelle parrocchie. Anche se è presto per dire se il movimento dei giovani avrà una rilevanza concreta. Non sono molto fiduciosa sulla situazione politica mondiale. Spero tanto nel fantomatico “Green new deal”, ma dietro il petrolio ci sono dinamiche immense». Nel frattempo si inizia a piccoli passi, cambiando gli stili di vita: «Vorrei riuscire a non prendere gli aerei perché inquinano, a mangiare meno carne e a usare ancora di più la bicicletta. Noi giovani dobbiamo rompere le scatole agli adulti, perché non c’è più tempo e le persone sensibili sono poche». Il percorso di Casacomune non si ferma qui. Ricco è il calendario delle formazioni previste per il 2019/2020, tutte alla Certosa di Avigliana e con relatori di spicco: «La cura della casa comune» dal 4 al 6 ottobre, con approfondimenti su biodiversità, cambiamento climatico, migrazioni, filiera del cibo; «Il mondo che scompare» dal 22 al 24 novembre, sulla biodiversità naturale e sociale sempre più a rischio; «Religione e/è ecologia» dal 24 al 26 gennaio 2020, sui diversi approcci al problema ambientale delle varie tradizioni religiose e culturali; «Il cibo che cambia il mondo», con esempi e pratiche di chi migliora l’ambiente attraverso la produzione di cibo, dal 28 febbraio al 1° marzo 2020.

Fonte

Rispondi