di Thomas Vatrano*


Il finocchio IGP di Isola Capo Rizzuto è da poco rientrato tra i prodotti a marchio certificato. Il consorzio di tutela mira a implementarne la coltivazione seguendo un rigido disciplinare di coltivazione che possa assicurarne la stabilità delle caratteristiche qualitative.

La vocazionalità del territorio ha da sempre consentito la coltivazione di questo ortaggio dalle molteplici e notorie proprietà benefiche per la salute umana.


 

Storia della coltivazione e legame col territorio

La coltivazione del finocchio nella vasta pianura di Isola di Capo Rizzuto è nota da molto tempo, a testimoniarlo anziani agricoltori di questa zona agricola calabrese, dove dagli anni ’50 ne portano avanti la cultura.

L’elevata specializzazione nella produzione viene tramandata nel tempo perseguendo l’obiettivo di garantire la tracciabilità del prodotto.

Tracce di commercializzazione del “Finocchio di Isola Capo Rizzuto” risalgono agli inizi del Novecento ma solo a partire dalla metà del secolo scorso è diventata una presenza importante nei mercati ortofrutticoli italiani, principalmente nel periodo che va da novembre a maggio.

Affermazioni supportate e confermate dalle manifestazioni religiose, eno-gastronomiche e sagre locali che, ormai da svariati anni a questa parte, si tengono nella centrale Piazza del Popolo dell’abitato di Isola di Capo Rizzuto. Al 1983 e 1984 risalgono le prime due edizioni della “Sagra degli ortaggi isolani” durante la quale il prodotto con maggior risalto è proprio il Finocchio di Isola Capo Rizzuto [1].

Il consorzio del finocchio IGP di Isola di Capo Rizzuto mira nel prossimo futuro ad implementare la coltivazione di questo ortaggio, ma non solo, la valorizzazione del prodotto è essenziale anche per una valorizzazione del territoriograzie ad una crescente cultura dell’imprenditoria e ai i vantaggi economici e commerciali che ne conseguono.

Il territorio di Isola di Capo Rizzuto garantisce un microclima ideale per la coltivazione del finocchio, garantendo l’assenza di gelate e, grazie alla canalizzazione della brezza marina, si ottengono le caratteristiche organolettiche di pregio del prodotto. Inoltre, l’alta percentuale di anetolo, che ne influenza la fragranza, l’assenza di filo e la giusta croccantezza apportano le note caratteristiche qualitative.

Tab.1 – Caratteristiche organolettiche in funzione della varietà

 

In termini numerici si parla di circa 5000 ha coltivati a finocchio su ben due province, ossia nei territori che vanno da Botricello (CZ) a Strongoli (KR).

In merito alle condizioni pedoclimatiche risultano interessanti le caratteristiche fisiche del terreno che ospita la coltura, infatti la tessitura franco-sabbiosa con presenza di falda molto superficiale consente di creare uno stress idrico controllato in grado di favorire una crescita piuttosto contenuta della pianta e un basso contenuto in sostanza secca, da cui derivano la croccantezza e la succulenza.

Inoltre viste le caratteristiche della tessitura, il terreno non oppone alcuna resistenza allo sviluppo dei grumoli in modo da garantire una perfetta morfologia del prodotto.

Tab.2 – Varietà coltivate in funzione dell’epoca di raccolta

 

Aspetti nutrizionali e proprietà benefiche del finocchio

Il finocchio è noto principalmente per le sue proprietà digestive ma svolge attività benefiche su tutto il tratto intestinale proprio perché ha la capacità di prevenire la formazione di gas intestinali. Uno dei suoi costituenti più importanti è l’anetolo, una sostanza in grado di agire sulle dolorose contrazioni addominali [6]. Il finocchio ha anche proprietà depurative, in particolare a carico del fegato e del sangue, ma è anche un antinfiammatorio [4].

Inoltre, essendo costituito per il 90% di acqua, è anche un ottimo diuretico (infatti sono note le tisane di finocchio per contrastare i gonfiori addominali). È molto utile per ridurre gli stati dolorosi da sindrome del colon irritabile [3].

Tra i sali minerali e le vitamine che lo compongono è presente il potassio, la vitamina A, la vitamina C e alcune vitamine del gruppo B, oltre ad avere una buona percentuale di flavonoidi, noti per la loro attività antiossidante [5].

I punti di forza di questo alimento sono legati anche all’assenza di grassi, bassissima fonte di calorie. Risultano di interesse vari studi sull’anetolo, tra cui quello di Aprotosoaie A. C. et al. [2] sul ruolo dello stesso contro le malattie croniche. Nell’articolo evidenze indicano che l’anetolo è un composto bioattivo naturale con effetti benefici multipli sulla salute umana come antinfiammatorio, anti-tumorale, neuroprotettivo, ipotensivo, antimicrobico, immunomodulatore e antidiabetico.

Finocchio IGP: il marchio

L’identificazione geografica protetta, il cui acronimo è IGP, è un marchio che viene attribuito dall’Unione Europea a tutti i prodotti del settore agroalimentare o agricoli, per i quali un particolare attributo qualitativo o altre caratteristiche di autenticità dipendo dall’origine geografica e la cui produzione (trasformazione, ecc.) avviene in un territorio specifico.

Da un punto di vista normativo si fa riferimento al regolamento UE n.1151/2012.

Un prodotto a marchio IGP avrà un legame speciale con il territorio di appartenenza. Ciascun prodotto dovrà rispettare un rigido disciplinare di produzione e sottoporsi ai controlli degli enti preposti. Spesso, a monte, vi è un Consorzio di tutela di ciascun prodotto.

Diversi sono i prodotti IGP italiani che hanno positive ripercussioni a livello internazionale, tra cui l’aceto balsamico di Modena, la mortadella Bologna IGP, l’arancia rossa di Sicilia o la nocciola piemontese.

Il finocchio IGP di Isola di Capo Rizzuto è già presente sulla grande distribuzione in Italia e all’estero, tra cui principalmente in Francia e Germania.

Il processo di produzione

I grumoli del finocchio vengono scrupolosamente raccolti a mano e trasportati a stretto giro nei locali del Consorzio per la successiva pulitura e imballaggio (Figura 1).

I finocchi vengono riposti all’interno di bins che sostano al fresco all’interno dell’opificio.

Fig.1 – Processo produttivo del Finocchio IGP di Isola di Capo Rizzuto

 

Il ciclo industriale è suddiviso per come segue:

  • Pulitura/mondatura: ha lo scopo di rimuovere le guaine più esterne sporche di terra, che precedentemente sono state spuntate a metà altezza in campo. I grumoli vengono riposti su un nastro trasportatore che li convoglierà alla fase successiva.
  • Il lavaggio: il primo lavaggio viene effettuato con acqua e acido citrico (a concentrazione nota) in modo da eliminare tutti i residui di terra e igienizzare i grumoli. Successivamente i grumoli verranno posti in cassette in legno basse.
  • Pallettizzazione: sulle cassette vengono riposti dei film di plastica allo scopo di proteggere i grumoli e successivamente riposte sulle pedane in modo da assemblarle. Al termine verranno stoccate in cella frigo in attesa della partenza.

Conclusioni

Le caratteristiche organolettiche di pregio del finocchio IGP di Isola di Capo Rizzuto rendono idoneo e altamente vocato il territorio omonimo. Tra gli obiettivi futuri del Consorzio di tutela rientrano la valorizzazione del territorio e il raggiungimento di nuovi mercati nazionali e esteri.


Bibliografia

[1] Finocchio di Isola di Capo Rizzuto, passo verso l’IGP. www.italiafruit.net 2021

[2] Aprotosoaie A. C., Costache I.I., and Miron A. Anethole and Its Role in Chronic Disease. Springer International Publishing Switzerland 2016 S.C. Gupta et al. (eds.), Drug Discovery from Mother Nature,Advances in Experimental Medicine and Biology 929, DOI 10.1007/978-3-319-41342-6_11

[3] Portincasa P., Bonfrate L., Scribano M.L., Kohn A., Caporaso N., Festi D., Campanale M. C., Di Rienzo T., Guarino M., Taddia M., Fogli M. V., Grimaldi M., Gasbarrini A. Curcumin and Fennel Essential Oil Improve Symptoms and Quality of Life in Patients with Irritable Bowel Syndrome. J Gastrointestin Liver Dis, June 2016 Vol. 25 No 2: 151-157

[4] Zhao C., Yu N., Li W., Cai H., Liu M., Hu Y., Liu Y., Tang M. Anethole dithiolethione improves liver fatty acid metabolism in hamster fed high-fat diets. https://doi.org/10.1101/2020.02.18.954875

[5] Marinov V. Valcheva-Kuzmanova S. Review on the pharmacological activities of anethole. Scripta Scientifica Pharmaceutica, vol. 2, No. 2, 2015, pp. 14-19 Copyright © Medical University of Varna.

[6] Bao-Xi Zhang, Li-Da Du, and Yang Lu. Anethole. Springer Nature Singapore Pte Ltd. and People’s Medical Publishing House, 479 PR of China 2018
G.-H. Du, Natural Small Molecule Drugs from Plants, https://doi.org/10.1007/978-981-10-8022-7_79


 

*Agronomo PhD. consulente aziendale specializzato nella coltivazione e gestione di specie del mediterraneo con particolare riferimento al settore olivicolo-oleario. È assaggiatore professionale di olio d’oliva. Si occupa di agricoltura 4.0 e stesura di indici vegetativi. Scrive su riviste specializzate di settore, coautore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Thomas Vatrano

 

 

 

 

 

 

Fonte

 

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