di Giovanna De Sensi Sestito e Stefania Mancuso*

I segni materiali della storia, stratificati ormai nella percezione visiva del paesaggio moderno, mostrano la vicenda millenaria che ha caratterizzato il territorio della città di Lamezia Terme, nata poco più di cinquant’anni fa dall’unione dei tre comuni limitrofi di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia.
Se il contesto naturale costituisce lo sfondo e la cornice entro cui si è svolta nel corso dei secoli la vita delle comunità umane che vi hanno vissuto, è il paesaggio culturale a consentire la lettura e la narrazione dei segni materiali lasciati dall’uomo sul territorio sia in relazione alle trasformazioni introdotte, di epoca in epoca, per adattarlo alle esigenze abitative, allo sfruttamento delle risorse, alle esigenze di difesa, sia in relazione alla organizzazione dello spazio urbano e a tutte le costruzioni architettoniche ad esso connesse.

La definizione di monumento (dal latino monére fare ricordare) ci indica che i segni della storia non sono reliquie da contemplare, ma piuttosto nodi attivi di una trama, che deve essere tessuta con la memoria di ciò che essi hanno rappresentato e la partecipazione condivisa della comunità, perché il territorio non sia considerato solo spazio fisico in cui vivere, ma piuttosto tessuto connettivo in cui percepire e comprendere il senso dell’antico attivato dalle rovine stesse, adeguatamente valorizzate, e correttamente rintracciato nel paesaggio culturale.
Riconoscere il valore del paesaggio culturale del Lametino significa riannodare il filo della storia antica con le istanze del mondo moderno, dando senso alle storie che accomunano il territorio, utili a creare una rinnovata unità in cui la comunità deve identificarsi e ritrovarsi.
In questa prospettiva il patrimonio culturale è patrimonio di tutti, non solo in quanto proprietà materiale, ma piuttosto come riconoscimento di quella che oggi si definisce cultural heritage ossia eredità culturale intesa come senso di appartenenza e riconoscimento del valore immateriale del patrimonio culturale da riconoscere, condividere, custodire, tutelare e valorizzare.

Questo processo non può che attivarsi attraverso la promozione della conoscenza esercitata con i mezzi più vari, utili a far considerare i segni del passato come pezzi di una memoria collettiva su cui far convergere nuovi interessi, non per una mera conoscenza statica, ma, piuttosto, per utilizzare il passato come strumento di interpretazione dell’oggi, per costruire nuovi scenari e nuove azioni per la comunità attuale.
I beni culturali oggi, elementi di una nuova narrazione dei territori, sono investiti di una concezione viva, tesa a creare rinnovati strumenti di costruzione culturale, identitaria, sociale, economica e politica di una comunità. L’ausilio di illustrazioni, di guide brevi, di strumenti di conoscenza agili è necessario per costruire consapevolezza del valore del patrimonio culturale prima tra i residenti e poi tra quanti vogliano frequentare il territorio, anche attraverso la fruizione turistica.
Con queste finalità era già stata realizzata nel 2008, come esito di un progetto di ricerca dell’Università della Calabria, una guida ai monumenti a tiratura limitata e da tempo non più disponibile.

Questa nuova edizione della guida ai monumenti realizzata nel 2008 e da tempo non più disponibile presenta riprende, aggiorna ed amplia i testi della precedente, proponendo un percorso di conoscenza della città che parte da Sant’Eufemia, da considerarsi anche punto di arrivo di ospiti e turisti per la presenza dell’aeroporto, della Stazione ferroviaria e delle linee di Bus a lunga percorrenza, e culmina nella parte più alta della città dominata dal castello normanno-svevo.
Crediamo che essa rappresenti un utile strumento di conoscenza e promozione della città anche per la presenza della traduzione in inglese realizzata.
A distanza di anni è stata realizzata questa nuova edizione, totalmente autonoma, con versione inglese dai Madeleine O’Neill, autrice anche dei disegni dei monumenti che corredano illustrano graficamente la guida il percorso proposto.

 

*Giovanna De Sensi Sestito è professore ordinario di Storia greca nell’Università della Calabria

*Stefania Mancuso è docente in Archeologia Classica e didattica del Parco e del Museo presso l’Università della Calabria


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