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Acli Terra Calabria: ” Istituire Commissione Consiliare Regionale Speciale Aree interne contro spopolamento e declino”

Il dibattito pubblico di questi mesi, sostenuto anche dalla Conferenza Episcopale Italiana , ci dice che rispetto allo spopolamento dei piccoli comuni siamo in piena emergenza, una condizione entrata in avvitamento, senza progetti generativi di lavoro, impresa, istruzione , tutela ambientale, senso civico e costruzione di futuro. Intanto l’Istat certifica che la popolazione complessiva della nostra regione scende a poco più di 1.855.400″. è quanto si legge in una nota di Pino Campisi – Presidente regionale Acli Terra Calabria.

“Al calo drammatico delle nascite – precisa Campisi – si appaia l’emigrazione di giovani talenti verso altre regioni e ancor di più e peggio verso Paesi europei. In buona sostanza un territorio spolpato dalle sue migliori energie. Alcuni dati: in Calabria i comuni con popolazione fino a 1000 abitanti sono 93; da 1000 fino a 5000 sono 234; da 5000 fino 10.000 sono 51; da 10.000 – 20.000 sono 16; da 20.000 a 50.000 sono 4 e solo 6 comuni superano 50.000 abitanti. Nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti la popolazione residente è di 607.465, pari al 32,74 %, un terzo dell’intera popolazione calabrese”.

“Un dato – sottolinea – da non considerare marginale e tanto meno di minore impatto socio-economico, tanto più che il territorio montano è del 41,8 %, quello collinare del 49,2% e soltanto il 9% da pianura. In buona sostanza tante azioni di sviluppo che reggono in piedi vitalità sociale ed economia sono allocate nelle aree montane e collinari. I dati confermano l’importanza delle aree interne: 860 mila le imprese attive nei piccoli comuni italiani, il 17,2% dell’intero territorio nazionale, con il  12,2% di addetti  pari a 2.741.410. Quasi 10 milioni di abitanti, questo il numero dei cittadini residenti nei piccoli comuni, il 16,5% della popolazione italiana”. 

“E non è un caso – aggiunge ancora – se per il terzo anno consecutivo la Conferenza Episcopale Italiana con una delegazione di Vescovi e Arcivescovi provenienti da dodici Regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte si è data appuntamento a Benevento per affrontare la problematica aree interne, nella consapevolezza che la “metropolizzazione  progressiva della popolazione italiana sta causando la lenta morte d’interi territori…perché un territorio non presidiato dall’uomo corre il rischio di nuovi disastri ambientali, e non si potrà evitare la perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto”. Per arrestare il declino demografico e creare nuovi fattori di sviluppo locale, la Snai (Strategia Nazionale Aree Interne) punta su alcuni obiettivi: nuove occasioni di lavoro, incentivi per ridurre i costi sociali dello spopolamento, rafforzamento dei servizi sanitari, più istruzione con le scuole primarie, numerose già chiuse per mancanza di bambini. La carenza dei servizi di mobilità isolano le aree interne. Dare soluzione a queste problematiche, secondo Pino Campisi, è la pre-condizione dello sviluppo locale”.

“Interventi centrali – informa – sono anche il rilancio dei Distretti del cibo in sinergia con i GAL che rientrano tra i soggetti attuatori della SNAI, attraverso Accordi di programma quadro. Intanto Campisi sostiene che per realizzare una nuova politica sulle aree interne, è necessaria l’istituzione di una Commissione Speciale per le aree interne, in applicazione dell’art. 28 dello Statuto 2012 laddove è scritto: “Il Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici di materia…”. Nel nostro Paese, vista l’emergenza, già due Regioni, la Campania e la Toscana hanno istituito la Commissione speciale per le aree interne.  Non è fuori luogo ricordare quanto scrive l’antropologo Vito Teti nel suo volume La Restanza “Riabitare i paesi interni, riabitare la montagna…mi sembra possa essere una delle vie di salvezza per l’intero sistema Paese “”.

Fonte: Il Lametino

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